Con l’ingresso della Primavera, l’Italia del nord si trova a secco dopo un inverno con temperature più alte della media, con poca neve e con precipitazioni al di sotto della media. Gli effetti sono visibili, con i grandi laghi che hanno percentuali di riempimento ridotte, come il lago Maggiore al 44%, e con il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca sceso a -3,2 metri.

Per questo motivo, Coldiretti Varese, attraverso il presidente Fernando Fiori, ha espresso la propria preoccupazione per la situazione. L’emergenza siccità sta infatti compromettendo la produzione agricola nelle aree più colpite, come la Pianura Padana, dove nasce quasi un terzo dell’agroalimentare italiano. La mancanza di precipitazioni sta mettendo a rischio la produzione di alcuni alimenti base della nostra dieta mediterranea, come il grano duro per la pasta, la frutta e la verdura.

A preoccupare è anche l’innalzamento dei livelli del mare in Italia, con l’acqua salata che sta penetrando nell’entroterra bruciando le coltivazioni nei campi e spingendo all’abbandono l’attività agricola.

Ciò che preoccupa maggiormente è che questi cambiamenti climatici sono accompagnati da una tendenza alla tropicalizzazione, con più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi.

Secondo Coldiretti Varese, sono circa 300mila le imprese agricole che si trovano nelle aree più colpite dall’emergenza siccità, con la situazione più drammatica che si registra nel bacino della Pianura Padana. Per questo motivo, Coldiretti Varese invita a prendere misure concrete per affrontare questo problema, al fine di garantire la produzione agricola e garantire la sopravvivenza di aziende agricole che altrimenti sarebbero costrette all’abbandono.

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