Dopo undici anni di processi, una donna di 57 anni è stata condannata a sette anni di carcere per violenza sessuale ai danni della figlia. La bimba aveva solo 4 anni quando è iniziato l’incubo nel 2003 e sono continuate fino al 2012. Dopo nove anni di silenzio, la vittima ha deciso di confidarsi con un’amica e di denunciare l’incubo. Successivamente la denuncia è stata fatta partire dalla nuova compagna del padre.

Gli avvocati Antonella Achilli e Antonio Mariotti che hanno rappresentato la donna hanno scelto il rito ordinario. Durante il processo, la donna si è sempre proclamata innocente. Tuttavia, il giudice ha deciso che la madre aveva favorito le violenze dei due uomini e aveva partecipato ad alcune violenze seppur in pochi episodi.

Il vicino di casa è stato condannato nel 2015 con rito abbreviato a cinque anni di carcere mentre il fratello ha patteggiato nel 2019 e ha scontato la sua pena di due anni di reclusione. La sentenza ai danni della madre è arrivata al terzo grado di giudizio e la Cassazione ha confermato la sentenza già approvata dalla Corte di Appello di Milano.

Dopo undici anni di processi, la donna sconterà la sua pena in carcere. La vittima ha avuto giustizia nonostante non potrà mai riprendersi completamente dal trauma.

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