La Guardia di Finanza di Milano ha portato a termine un’importante indagine coordinata dalla Procura di Milano che ha portato all’arresto di 22 persone, di cui 10 in carcere, e all’indagine di altre 15. Il tutto riguarda una maxi frode fiscale che sarebbe iniziata nel lontano anno 2000 e che ha portato alla falsificazione di fatture e al trasferimento di oltre 270 milioni di euro in contanti in Cina, per poi essere rimandati in Italia.

Al centro del raggiro ci sarebbe una rete di consorzi e cooperative lombardi, che venivano sfruttati e poi fatte fallire come parte di uno schema ben preciso. Le società venivano poi sostituite con altre utili al medesimo scopo. Grazie all’utilizzo di virus “Trojan” all’interno dei telefoni cellulari degli indagati, le conversazioni sono state spiati e i finanzieri sono riusciti ad incastrarli.

Secondo le indagini, la maggior parte dei guadagni illeciti degli indagati veniva girata in Cina attraverso false fatture a complici oltre confine e poi rinviati in Italia. L’operazione ha messo fine a questa truffa, che ha portato alla svuotamento e al fallimento di numerose società.

Si tratta di un’importante operazione che dimostra l’impegno delle forze dell’ordine nel contrastare la frode fiscale e la criminalità economica. L’utilizzo di tecnologie avanzate come i virus “Trojan” dimostra come la lotta contro queste forme di criminalità richieda l’utilizzo di strumenti sempre più sofisticati e innovativi. La Guardia di Finanza di Milano e la Procura di Milano hanno dimostrato di essere all’altezza della situazione, portando a termine un’indagine complessa e importante per la giustizia italiana.

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