Undici ore di processo in Assise si sono susseguite a Brescia, dove gli imputati hanno dovuto rispondere per l’omicidio dell’ex vigilessa di Temù, Laura Ziliani. Durante l’udienza, Paola Zani ha rivelato un dubbio sconcertante: a spingere i tre a uccidere la donna sarebbe stato il terrore condiviso di essere nel mirino della vittima, che a loro dire li avrebbe voluti avvelenare. La Procura sostiene invece il movente economico. Paola ha ammesso di essere pentita per ciò che ha fatto, ma ha anche parlato della madre in modo molto critico, definendola un mostro e sostenendo che avesse rancore nei confronti delle figlie. Mirto, il fidanzato di entrambe le sorelle, ha invece ammesso di aver partecipato all’omicidio ma ha anche sottolineato i molti ripensamenti avuti già all’epoca, affermando di aver agito per paura di perdere le ragazze, che erano la sua vita. Il trio criminale, descritto come “entità superiore”, sembra essersi incrinato a causa di gelosie e bugie reciproche. Paola ha infine rivelato che, dopo la deposizione di Mirto, sua sorella l’ha mandato a quel paese e il trio criminale non c’è più.

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