Una maestra della scuola primaria di San Vero Milis, Marisa Francescangeli, è stata sospesa per 20 giorni dall’insegnamento e ha subito una decurtazione dello stipendio per aver fatto realizzare ai suoi alunni un piccolo rosario con 10 perline a forma di braccialetto e per aver recitato insieme a loro in classe un’Ave Maria e il Padre Nostro durante la sostituzione di un suo collega in una terza elementare. La decisione è stata presa dopo la protesta di due mamme che si sono lamentate con la scuola per il braccialetto-rosario e le preghiere recitate in classe prima di Natale. Questo provvedimento ha colpito duramente l’insegnante, che si è dichiarata vittima di un’ingiustizia. Marisa Francescangeli, che è anche consigliera provinciale dell’Associazione italiana maestri cattolici, ha iniziato la sua carriera a metà degli anni ’80 come assistente amministrativa, ma il suo desiderio era diventare insegnante. Dopo aver passato 5 anni come supplente a Cagliari, ha accettato la cattedra a San Vero Milis, dove è passata di ruolo da tre anni e spera di andare in pensione tra due anni. Il suo curriculum viene ora macchiato da questo provvedimento del dirigente scolastico e dell’ufficio scolastico provinciale, che ha suscitato l’indignazione di molti colleghi e genitori dei bambini della scuola. L’avvocato del sindacato Uil, Elisabetta Mameli, farà ricorso contro il provvedimento. Nel frattempo, il caso è finito sul tavolo del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, con interrogazioni e dichiarazioni di vari parlamentari di centrodestra in cui si denunciano “l’intolleranza verso la religione cattolica” e “l’integralismo laico”. Marisa Francescangeli si sente vittima di un’ingiustizia, ma non è sola. Molti colleghi e genitori dei bambini della scuola le stanno dando il loro sostegno. La maestra non vede l’ora di riabbracciare i suoi alunni il 16 aprile, quando potrà tornare in classe.