La vicenda della via Timavo a Monza sembra non avere fine. Il contratto preliminare tra l’attuale proprietà privata e la società acquirente, che stava redigendo la proposta di piano attuativo, è scaduto il 31 marzo. Tuttavia, la proprietà non ha potuto consegnare l’area dismessa a causa dell’occupazione abusiva della Foa Boccaccio, che ha fatto irruzione nel luglio del 2021 e non sembra avere alcuna intenzione di allontanarsi.
Michela Locati, l’architetto progettista e tecnico di riferimento per i privati proprietari del terreno, dichiara che “non sappiamo ancora quali decisioni potrebbero prendere le parti. Certo è che le condizioni contrattuali non sono state rispettate”. Nonostante il fatto che lo sgombero sia stato annunciato più volte, non è ancora avvenuto.
Inoltre, l’amministrazione comunale ha appena avviato il procedimento di variante al Pgt e non si sa come la nuova giunta possa intervenire su quelle che, come via Timavo, sono definite aree di rigenerazione.
La proposta di piano attuativo presentata nel 2018 prevedeva una destinazione residenziale per l’80% dell’area e per il rimanente 20% servizi, aree verdi e recupero dei resti di archeologia industriale. Nella parte a verde era stato progettato anche uno spazio ipogeo che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto funzionare come vasca di laminazione per eventuali esondazioni del Lambro.
L’occupazione abusiva ha bloccato ogni attività e il rischio è che anni di lavoro possano essere vanificati. La situazione di stallo ormai consolidata e rafforzata dalla decisione del tribunale del riesame che aveva negato il sequestro preventivo dell’area di via Timavo sta causando ingenti danni economici e professionali.
La via Timavo rappresenta un’area di rigenerazione e il suo futuro è ancora incerto. La situazione sembra lontana dal trovare una soluzione e preoccupa i privati proprietari del terreno e l’architetto progettista.