Il Tribunale del Riesame ha deciso di mantenere in carcere Antonio Canale, il vigevanese di 46 anni accusato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi a eccesso colposo di legittima difesa. La richiesta di derubricare le accuse a suo carico è stata respinta. La morte di Christian Ikogwe, un giovane nigeriano di 25 anni, è avvenuta nella notte tra il 2 e il 3 marzo presso la Cascina Montericco, alla periferia di Mortara in direzione di Olevano, dove entrambi vivevano.

Il giovane africano abitava lì con il fratello Isaac Godpower, 31 anni. Canale, difeso dall’avvocato Francesca Quarto di Vigevano, era intervenuto in difesa della madre 67enne e della sorella, con le quali i due inquilini avevano avuto un violento alterco e che erano poi finite al Pronto soccorso dove erano state medicate e dimesse con diversi giorni di prognosi. La lite era scoppiata per il mancato pagamento di alcune bollette da parte dei due fratelli: il gestore aveva sospeso loro il servizio e i due avevano ottenuto dalla madre di Canale un collegamento volante con l’intesa di utilizzarlo solo per telefono e frigorifero. Poi però, quando era stato riscontrato un consumo molto più alto, la donna aveva fatto marcia indietro.

Da lì il dissidio dai toni molto aspri, tanto che la donna aveva chiesto l’intervento del figlio, che abita nello stesso complesso. Sei anni fa la Procura di Pavia gli attribuiva il ruolo apicale di un’organizzazione criminale specializzata nello spaccio di stupefacenti e nel traffico di armi. Con il suo intervento, la lite non si era placata, anzi si era fatta ancora più tesa finché Canale aveva accoltellato all’addome Christian Ikogwe. Secondo la difesa, Canale aveva agito per difendere i familiari, non per uccidere.

La decisione del Tribunale del Riesame è stata quella di mantenere in carcere Canale, in attesa della sentenza definitiva. La vicenda è stata un duro colpo per la comunità locale, che ha espresso la propria solidarietà alla famiglia del giovane nigeriano. La giustizia dovrà fare il suo corso, ma resta il dolore per una vita spezzata e per un gesto di violenza che non trova giustificazione.

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