Il giudice ha deciso di archiviare il fascicolo che accusava l’ex direttore sanitario del carcere di Bergamo, il quale doveva comparire in tribunale il 15 giugno prossimo. Il medico, di 62 anni e con un ambulatorio a Stezzano, era stato accusato di irregolarità nelle somministrazioni di vaccini anti-Covid insieme al precedente direttore Antonino Porcino.

Il sospetto era nato dopo che una siringa era sparita e una fiala di vaccino era stata gettata via. Inoltre, dal sistema di Ats risultava che fosse stata fatta un’iniezione in più rispetto a quelle segnate. Gli investigatori avevano il sospetto che un no-vax si fosse fatto registrare, pur non essendosi di fatto sottoposto al trattamento. Inoltre, il medico era sospettato di aver registrato una finta vaccinazione a sua moglie, compiendo quindi il reato di falso in atto pubblico e abuso d’ufficio.

La difesa del medico aveva sempre negato tutto, spiegando che a volte da una fiala si ricavavano dieci dosi e mezza, per cui con molta probabilità non era stata registrata quest’ultima. Riguardo alla fiala ritrovata, aveva riferito di non saperne niente e che era stato chiamato insieme agli altri colleghi dai responsabili dell’hub, che avevano chiesto delucidazioni sulla vicenda.

Alla fine, è stato lo stesso procuratore a convincersi che non ci fossero elementi sufficienti per stabilire se l’iniezione mancante risultasse per un errore del sistema o per un’effettiva condotta fraudolenta. Di conseguenza, ha chiesto l’archiviazione, che è stata ora accolta dal giudice.

In ogni caso, è importante sottolineare l’importanza di somministrare i vaccini in modo corretto e trasparente, senza alcuna irregolarità o comportamenti fraudolenti. La lotta contro il Covid-19 è un problema serio e delicato, che richiede la massima attenzione e dedizione da parte di tutti i professionisti coinvolti.

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