A San Rocco di Monza, i residenti stanno preparandosi per protestare contro la costruzione del deposito dei treni al Casignolo. L’opera progettata da MM, mangerebbe 18.000 metri quadri di terreno seminato a colza, uno degli ultimi serbatoi verdi nella parte di Monza al confine con Cinisello Balsamo. Gli abitanti della zona hanno annunciato la loro opposizione all’opera e hanno dichiarato di voler fare le barricate per fermarla. Tuttavia, il deposito potrebbe essere interrato invece di essere costruito in superficie.

Secondo Giuseppe Civati, le officine dei treni potrebbero essere costruite nel sottosuolo e coperte con la terra estratta dallo scavo, formando una collinetta alta 6-8 metri, che potrebbe essere piantata con siepi e alberi per arricchire la biodiversità dell’area. Gli uffici, invece, potrebbero essere attrezzati in edifici vicini, acquistati dal Comune, in modo da non costringere gli impiegati a trascorrere le giornate sottoterra.

Un cittadino ha raccomandato all’assessora alla Mobilità Giada Turato di non pensare solo all’impatto ambientale, ma anche a quello sulle persone. Ha citato l’esempio di Sesto San Giovanni dove, quando sono iniziati i cantieri per la metropolitana, molti negozi hanno chiuso.

L’alternativa proposta da Civati sembra essere una soluzione praticabile che potrebbe soddisfare sia i residenti che MM. È importante che si trovi un compromesso che tenga conto degli interessi di tutti e che preservi l’ambiente circostante.

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