Il 19 marzo 1980, il giudice Guido Galli è stato ucciso all’Università di Milano da tre terroristi di Prima Linea. Solo due giorni dopo, il consiglio comunale di Brugherio ha intitolato all’unanimità l’aula consiliare al giudice defunto. Sabato 22 aprile 2023, l’amministrazione ha posato una targa che ricorda la decisione dell’assemblea che ha reso omaggio “ad un uomo che ha pagato con la vita il suo impegno per la legalità ed il suo ancoraggio ai valori della Costituzione”.
Alla cerimonia sobria ha partecipato Giuseppe, uno dei cinque figli del giudice, che all’epoca dell’assassinio aveva 12 anni. Giuseppe ha affermato di essere toccato dalla decisione dell’amministrazione di intitolare l’aula consiliare al padre: “Non sapevamo che quest’aula fosse dedicata a nostro padre. Ci riempie di orgoglio perché uno dei messaggi che ha lasciato è l’importanza che le decisioni vengano prese in modo democratico”.
Guido Galli è stato ammazzato perché da poco aveva terminato l’istruttoria del processo contro il terrorista rosso Corrado Alunni. Era uno dei giudici più aperti al dialogo, autore di libri sull’importanza della rieducazione della pena e, paradossalmente, proprio per questo è stato colpito. Il figlio di Guido Galli ha commentato il volantino con cui Prima Linea ha rivendicato l’omicidio, definendolo un “elogio”. Il 1980, ha aggiunto, è stato forse il più drammatico tra gli anni di piombo: pochi giorni prima di quel 19 marzo erano stati compiuti altri due omicidi, due mesi dopo è toccato a Walter Tobagi. Eppure proprio in quell’anno, anche grazie ai primi pentiti, il terrorismo ha iniziato a sgretolarsi. “La cosa bella – ha notato – è che è stato sconfitto con gli strumenti democratici, come avrebbe voluto nostro padre, non come è avvenuto in altri paesi”.
Il terrorismo, ha proseguito Giuseppe Galli, non ha solo stravolto la vita di tante famiglie, ma ha provocato un danno alla società che ha perso molte persone che avrebbero potuto fornire un enorme contributo a livello politico e istituzionale. In quel clima hanno avuto un ruolo particolare le mogli delle vittime, come la madre dei figli di Guido Galli, che è stata una figura fondamentale per farli crescere senza mettere sul piedistallo il padre, senza rancore e senza odio.
La sala di Brugherio, con tutta probabilità, è stato il primo luogo pubblico dedicato a Guido Galli. L’iniziativa è partita dall’allora capogruppo del Pci Maurizio Sioli, capo ufficio stampa del Comune di Milano, che aveva lavorato con lui. L’intitolazione serviva a “chiudere ogni spazio nei confronti del terrorismo e onorare una figura che si è battuta” contro una concezione che aveva “fatto troppi danni” nel Paese. Era anche il segnale con cui la città provava a “reagire” e, come affermato dal primo cittadino comunista Giuseppe Cerioli, a “far sentire ai magistrati e alle forze dell’ordine che siamo con loro e non li lasceremo soli”.