La vicenda raccontata dall’avvocato Marco Eller è incredibile e dimostra come il processo telematico sia ancora una realtà lontana. Nonostante gli investimenti degli ultimi anni, la giustizia italiana sembra essere ancora molto arretrata rispetto ad altri paesi europei. In questo caso specifico, l’avvocato Eller ha chiesto la copia telematica di un fascicolo a Locri, ma gli è stato risposto che non era possibile inviarla in formato digitale poiché la Procura non era telematica.

Il procedimento in questione riguardava un’accusa di estorsione a scopo sessuale via Facebook. Eller, che lavora a Milano, ha quindi ricevuto l’invito a recarsi in Calabria entro 5 giorni per ritirare il fascicolo di 400 pagine. Questo ha comportato uno spreco di tempo e denaro per l’avvocato che alla fine ha deciso di pagare un collega di Locri per recarsi al suo posto.

Questa vicenda dimostra quanto sia importante l’informatizzazione della giustizia italiana, soprattutto in un momento come questo in cui la digitalizzazione è una delle priorità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. La giustizia italiana deve adeguarsi alle nuove tecnologie per poter garantire procedimenti più rapidi ed efficienti.

Inoltre, l’episodio raccontato dall’avvocato Eller mette in luce anche il problema della disomogeneità delle strutture giudiziarie italiane, con alcune province molto arretrate rispetto ad altre. Questo crea una disparità di trattamento tra i cittadini e, soprattutto, tra gli avvocati che devono affrontare procedimenti in diverse parti del Paese.

In conclusione, la vicenda degli atti da Locri raccontata dall’avvocato Marco Eller dimostra l’urgenza di un’effettiva informatizzazione della giustizia italiana e di una maggiore omogeneità delle strutture giudiziarie sul territorio nazionale. Solo così si potrà garantire un’effettiva parità di trattamento e un processo giudiziario più rapido ed efficiente.

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