Nel 2017, un caso di violazione della privacy ha scosso la provincia di Lecco. Alcune donne si sono accorte di essere state inserite in un “catalogo” in formato e-book, venduto online senza il loro consenso. Il catalogo includeva oltre 1.200 profili Facebook, inclusi quelli di alcune minorenni che si erano dichiarate single sui loro profili social. Inoltre, sembra che un altro catalogo fosse in cantiere, questa volta contenente donne della zona di Monza e Brianza.
Recentemente, la Corte di Cassazione ha confermato la condanna a un anno e mezzo (con la pena sospesa) per l’autore del catalogo, un 59enne di Lecco. L’uomo è stato accusato di trattamento illecito di dati personali, diffamazione e sostituzione di persona. Il catalogo era stato pubblicato su un sito di self publishing e ritirato un mese dopo, quando le vittime si sono riconosciute. Tuttavia, alcune copie erano già state vendute.
L’autore del catalogo si è sempre difeso dicendo di non aver fatto niente di sbagliato, poiché si trattava di profili pubblici. Tuttavia, la sentenza ha affermato il principio che nessuno può utilizzare dati personali per fini differenti rispetto a quelli per i quali si è espresso il consenso.
Questo caso è un importante monito sulla necessità di proteggere la privacy online e di rispettare le scelte delle persone riguardo alla condivisione dei propri dati personali. La diffusione non autorizzata di informazioni personali può causare danni irreparabili alla vita delle persone, compromettendone reputazione e sicurezza. È quindi importante che tutti si impegnino a rispettare la privacy altrui e a utilizzare i dati personali solo per scopi legittimi.