Un ex professore in pensione di nome Carlo Gilardi è stato descritto come un uomo dal cuore d’oro che prestava denaro alle persone che ospitava nelle sue proprietà senza mai chiedere indietro i soldi. Da quando è diventato ospite della Rsa “Airoldi e Muzzi” di Lecco dal 30 ottobre 2020, è stato scoperto che Gilardi avrebbe prestato più di 634mila euro dal 2015 al 2019 a un badante e a un gruppo di extracomunitari che ospitava a casa sua. Questo caso è diventato nazionale e il geometra Roberto Bonfanti, che segue la famiglia Gilardi nella gestione del patrimonio immobiliare da più di mezzo secolo, ha ricostruito la vicenda in tribunale come parte civile.

Secondo Bonfanti, i cinque extracomunitari coinvolti nel caso avrebbero ricevuto i soldi per fronteggiare problemi familiari e per inviarli ai propri cari nel Paese d’origine. Solo al badante, Brahim El Mazoury, Gilardi avrebbe elargito più di 57mila euro. Bonfanti ha raccontato in tribunale che Gilardi teneva un libro contabile in casa dove annotava tutti i soldi prestati con nomi e cognomi. Nel 2016, la sorella di Gilardi, Giuseppina, ha chiesto l’intervento dei carabinieri per porre fine alle elargizioni che stavano depauperando il patrimonio di famiglia.

Da quel momento sono iniziati i problemi per il gruppo di extracomunitari e l’iter in tribunale con l’assegnazione di un amministratore di sostegno e, nel 2020, l’accompagnamento nella Rsa di Lecco. Bonfanti ha anche raccontato in tribunale il clima di vessazioni subite da Gilardi da parte delle persone a cui aveva elargito soldi, come le minacce per avere altro denaro nel 2017. L’ex professore ripeteva sempre che i soldi sarebbero stati ridati. Fino ad oggi questo non è ancora accaduto e nella prossima udienza i cinque imputati racconteranno la loro versione e soprattutto dove sono finite quelle migliaia di euro prestate dal benefattore.

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