La notte fra venerdì e sabato si è verificata una vicenda misteriosa nella zona di Brianza. Tutto ha avuto inizio intorno alle 22 di venerdì, quando qualcuno ha notato un corpo galleggiare sul fiume Lambro, lanciando immediatamente l’allarme. Si è scoperto che un uomo si era lanciato nel fiume dal ponte di Albiate, dopo aver aggirato con un coltello e con chiari intenti suicidi. Gli avvistamenti (presunti) dell’uomo sono continuati a Sovico e a Biassono, al confine con Lesmo. Sono così partite le ricerche, che hanno visto coinvolti i sommozzatori dei vigili del fuoco, ambulanze, auto mediche e i carabinieri. Tuttavia, nonostante gli sforzi, di quell’uomo visto si sono perse presto le tracce, nonostante le ricerche fossero proseguite fino all’alba.
La svolta inaspettata è avvenuta il sabato mattina, quando un passante ha sentito delle urla provenire da un capannone abbandonato di Biassono. Preoccupato, il passante ha chiamato subito i carabinieri, che sono giunti immediatamente sul posto. L’uomo che urlava, infreddolito e ancora umido, è probabilmente lo stesso che era stato cercato durante tutta la notte. E che verosimilmente era riuscito a uscire da solo dalle acque del Lambro e a mettersi in salvo. Non troppo lontano in realtà dal punto in cui si era lanciato. E si era poi addormentato. L’uomo è stato portato in ospedale al San Gerardo di Monza, dove le sue condizioni di salute sono apparse buone, tanto che dopo qualche ora è stato dimesso. Si tratta di un italiano di 35-40 anni.
Nonostante l’epilogo positivo, proseguono comunque le indagini dei carabinieri per fare luce su questa vicenda, che si è rivelata davvero curiosa e piena di incognite. In ogni caso, è importante sottolineare l’importanza del lavoro degli operatori che hanno partecipato alle ricerche, dimostrando grande impegno e professionalità. La loro prontezza ha permesso di intervenire tempestivamente e di salvare la vita di un uomo in difficoltà.
