Cassano Magnago – L’ex assessore cassanese Paola Saporiti è stata coinvolta quattro anni fa nella maxi inchiesta giudiziaria Mensa dei poveri, ma oggi la sua avvocato, Cristina Marrapodi, ha chiesto la piena assoluzione per la sua assistita, che a suo dire è una vittima. La procura ha già chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste. L’ex assessore ha versato una mazzetta a Nino Caianiello, l’ex plenipotenziario di Forza Italia arrestato nel maggio 2019 in seno all’inchiesta Mensa dei poveri. La foto della donna, sguardo basso, a un tavolino dell’Hausgarden, il bar di Gallarate diventato il quartier generale di Caianiello e ribattezzato come l’ambulatorio, che consegnava i soldi al mullah aveva fatto il giro d’Italia.

L’avvocato Marrapodi ha spiegato che la sua assistita non ha mai fatto parte della galassia politica di Caianiello ed è il momento di riabilitarla. La donna infatti per mesi rifiutò, nonostante le pressioni politiche, di pagare il “dovuto” che sarebbe andato a costituire la decima, ovvero una parte dello “stipendio” del disoccupato Caianiello. La sorella commercialista, con lo studio in un momento di difficoltà, non si sarebbe vista rinnovare l’incarico come sindaco in Alfa, partecipata che si occupa della gestione della rete idrica provinciale. Un lavoro del quale la sorella aveva bisogno, tanto più che il marito è malato di una grave malattia degenerativa. La sorella si vide affidare l’incarico ma non per il pagamento: fu valutato il suo curriculum dai membri di una commissione. Oltretutto il marito di Saporiti, che lavora nella municipalizzata Sieco, iniziò a ricevere lettere di richiamo: una minaccia di licenziamento.

Il processo si è protratto a lungo e oggi sarebbe anche dovuto essere il giorno delle difese di Paolo Orrigoni, ex patron Tigros per il quale l’accusa ha chiesto un condanna a sei anni, e di Tigros in quanto società per la quale l’accusa ha chiesto una sanzione da 240mila euro e il divieto di avere rapporti con la pubblica amministrazione per 4 anni. Inoltre, le difese dell’ex onorevole Diego Sozzani (si tratta del filone piemontese dell’inchiesta) a processo per corruzione, hanno tenuto banco per due ore in più del previsto. Tutto rinviato quindi alle 9 di lunedì prossimo dove, nel pomeriggio, dovrebbero parlare anche le difese dell’eurodeputata Lara Comi. Per lei l’accusa ha chiesto una condanna a 5 anni e 6 mesi.

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