Addio alle cabine telefoniche: il sindaco di Moio de’ Calvi ha chiesto lo spostamento della vecchia cabina telefonica sradicata da un braccio meccanico e posata su un camion per portarla via. La cabina aveva già rischiato la rimozione nel 2010 e nel 2015, ma l’Agcom aveva salvato la sua vita. Tuttavia, il Garante per le comunicazioni ha dato il via libera a Tim per rimuovere le 16.073 cabine presenti nelle piazze italiane, salvando solo quelle vicine a ospedali, caserme, carceri e rifugi di montagna. Infatti, solo lo 0,5% degli italiani ne ha usata una negli ultimi 90 giorni, il 12% non l’ha mai utilizzata e l’80% dice di non averne bisogno.
La cabina telefonica di Moio de’ Calvi era stata oggetto di una protesta nel 2010, quando Telecom decise di rimuoverla, ma il sindaco dell’epoca Davide Calvi aveva scatenato una protesta popolare che aveva raggiunto le pagine nazionali del Corriere della Sera. Infine, l’Agcom aveva riconosciuto l’utilità sociale della cabina, tanto da disporre la possibilità di fare chiamate anche con le monete e non solo con le schede. Nel 2015, la Telecom aveva nuovamente provato a rimuoverla, ma il sindaco Paolo Agape non si era opposto e l’Agcom aveva salvato per la seconda volta la vita della cabina.
Oggi, il sindaco di Moio Alessandro Balestra ha chiesto il trasloco della cabina per sostituire un rudere delle comunicazioni con un’invenzione più recente per risparmiare la fatica a chi vuole comunicare di persona. Infatti, il sindaco ha deciso di utilizzare lo spazio per le ricariche delle biciclette elettriche e ha già preparato colonnine di ricarica per le auto, un intervento su tutta la piazza, depositi comunali e ha impiantato nel prato sopra la cabina una tettoia per le sagre della taragna e delle sarde.
Le minoranze avevano cercato di proporre di lasciare la cabina come ricordo di un’epoca, ma il sindaco ha dichiarato che le cabine non servono più a niente, poiché il paese ha la fibra e la rete wi-fi in tutto il territorio. Addio dunque alle cabine telefoniche, simbolo di un’epoca passata.