Giorgio Riva, istruttore di nuoto di Carate Brianza, ha compiuto un’impresa ecologica e sportiva: ha percorso a nuoto i circa 35 chilometri che separano l’isola di Capraia all’isola d’Elba. Il nuotatore maratoneta caratese, classe 1987, è riuscito nell’impresa in meno di 12 ore. Partito da Cala del Ceppo (isola di Capraia) pochi minuti dopo le 6 del mattino di domenica 28 maggio, Riva è arrivato al molo di Patresi in località Punta Polveraia (Elba), appena prima delle 18.

L’impresa, ribattezzata la «Traversata dei cetacei», è stata condotta per sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema delle microplastiche e per richiamare alla tutela dei cetacei di cui il mare dell’Arcipelago Toscano è habitat prediletto. Già lo scorso anno era stato protagonista di un’altra impresa all’Isola d’Elba.

Nella sua nuotata Riva, 36 anni, cresciuto a Carate Brianza (da poco risiede a Varese), è stato seguito da Giuseppe Debernardi di «Sea Kayak Italia» con il suo kayak e dal catamarano del Centro ricerche cetacei dell’isola d’Elba. L’atleta caratese non ha incontrato particolari difficoltà, come ha raccontato al telefono qualche ora dopo l’arrivo a Punta Polveraia di Patresi, dove è stato accolto con una festa da un gruppo di amici alla presenza del sindaco di Marciana, Simone Barbi.

«E’ andata davvero bene – ha commentato Riva – Ci ho impiegato poco meno di 11 ore e 40 minuti, senza incontrare ostacoli salvo un piccolo vento laterale che non mi ha però causato fastidio. Mi auguro davvero che questa iniziativa possa avere contribuito anche in piccola parte a diffondere un messaggio di tutela ambientale e di valorizzazione dell’ecosistema marino che mi sta a cuore. L’isola di Capraia, l’isola d’Elba, come tutte le isole e gli ambienti marini, sono ecosistemi fragili che meritano di essere tutelati e valorizzati».

L’impresa di Giorgio Riva è stata un esempio di sport e di attenzione all’ambiente. La sua nuotata ecologica ha avuto come obiettivo la salvaguardia dei cetacei e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema delle microplastiche. Un risultato importante che dimostra come lo sport possa essere un mezzo per la tutela dell’ambiente e la valorizzazione dei territori.

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