Il caso di Giulia Tramontano, la giovane di 29 anni incinta al settimo mese uccisa a coltellate dal fidanzato, ha scosso la politica italiana. In particolare, all’interno della maggioranza di governo, si sta discutendo l’idea di un intervento legislativo per riconoscere il duplice omicidio quando la vittima di un delitto è una donna in gravidanza in stato avanzato.

Il senatore di Fratelli d’Italia, Roberto Menia, ha affermato di non escludere un’eventuale iniziativa legislativa. Tuttavia, ha precisato che non parla a nome del partito su questioni di giustizia. Diversi esponenti di Fdi e Lega ritengono che il delitto avvenuto in provincia di Milano debba essere considerato un duplice omicidio.

Secondo Menia, la legge attuale prevede la possibilità di abortire entro il terzo mese, dopo di che lo considera infanticidio. Egli afferma che la vita nasca nel momento del concepimento e che anche quando un bimbo nasce, si parla di “venire alla luce”, implicitamente riconoscendo una vita che già è tale nel ventre materno.

Anche la deputata di Fratelli d’Italia, Grazia Di Maggio, relatrice della proposta di legge per rendere l’utero in affitto reato universale, ritiene che bisognerebbe parlare di duplice omicidio perché le vittime sono due. Tuttavia, essa si è detta orgogliosa di aver approvato la proposta per la commissione d’inchiesta sul femminicidio e continuerà a lavorare in questa direzione.

La parlamentare ha dichiarato che faranno delle valutazioni su come intervenire dal punto di vista legislativo e si confronteranno con il capogruppo alla Camera, Tommaso Foti, cercando di capire anche con la commissione Giustizia. In ogni caso, il caso di Senago ha evidenziato la necessità di una riflessione politica sulla protezione delle donne in gravidanza e delle loro vite.

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