La storia di Giulia Tramontano e Alessandro Impagnatiello è una vicenda terribile, ma purtroppo non così rara. Giulia era una donna istruita di 29 anni, con una famiglia che la supportava e un lavoro soddisfacente. Aveva deciso di avere un figlio e di lasciare il suo compagno se la relazione non funzionava più. Alessandro, invece, era un barista di 30 anni con una famiglia alle spalle e una relazione con un’altra donna. Anche lei aveva scoperto la sua doppia vita e aveva paura di lui.

Il caso ha avuto una grande risonanza mediatica, soprattutto perché Giulia era incinta al settimo mese. I funerali si terranno a Sant’Antimo, il paese d’origine della ragazza, in forma strettamente privata. La sorella di Giulia ha dichiarato che sono stati giorni atroci per la famiglia.

Dalle indagini è emerso che Alessandro ha colpito il corpo di Giulia con 36-37 coltellate, concentrate nella parte alta del corpo. L’aggravante della crudeltà potrebbe essere contestata in un secondo momento. Gli investigatori stanno cercando di capire se il bambino era già morto quando Giulia è stata colpita o se poteva essere salvato in caso di soccorso tempestivo. È stato trovato del topicida nell’appartamento di Alessandro e si sospetta che abbia cercato di avvelenare Giulia per farla abortire.

Il corpo di Giulia è stato ritrovato in un vialetto a Senago, a 700 metri dalla casa in cui viveva la coppia. È stato avvolto in un cellophane e il killer ha provato a disfarsene bruciandolo. Gli investigatori stanno cercando di tracciare gli spostamenti di Alessandro nei giorni precedenti al delitto e di capire la dinamica dell’occultamento del corpo. Non ci sono ancora riscontri sull’ipotesi che qualcuno l’abbia aiutato o coperto.

Questa vicenda è una triste dimostrazione di come la violenza sulle donne sia ancora un problema grave nella nostra società. È importante che si continui a sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema e che si lavori per prevenire futuri episodi simili.

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