Il processo per omissione di soccorso aggravata per la morte di Sara El Jafaari e Hanan Nekhla si aprirà il 21 settembre. Le due amiche marocchine, di 28 e 31 anni, vennero travolte e uccise da un mietitrebbia in un campo di mais a Locate Triulzi, nell’hinterland milanese, dopo una notte di droga e alcol insieme ad altre quattro persone. Tre uomini, tutti marocchini, di 37, 29 e 23 anni e una donna, 23enne romena, la «fattorina» che aveva portato la cocaina ordinata via Whatsapp dal gruppo di nordafricani nello spiazzo in mezzo al mais, sono accusati di omissione di soccorso. La procura di Lodi è certa che chi ha trascorso la nottata con Sara e Hanan abbia assistito all’investimento delle ragazze, avvenuto intorno alle 11.30, lasciandole però gravemente ferite nel campo di mais e senza avvisare i soccorsi. Un atteggiamento che, per l’accusa, è costato la vita a Sara, la 28enne rimasta agonizzante per diverse ore (Hanan probabilmente è morta sul colpo), lasciata in una zona isolata, così tanto che soltanto l’elicottero dei vigili del fuoco ha permesso il rinvenimento dei cadaveri, oltre trenta ore dopo. L’operaio italiano di 30 anni che quella mattina era alla guida del mezzo agricolo che spargeva medicinali sulle coltivazioni è stato scagionato dall’accusa di omicidio colposo perché dall’alto della cabina del suo mezzo non poteva vedere le due ragazze distese nel campo a causa dell’altezza di oltre tre metri dei filari di mais.

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