Conte e Speranza sono stati assolti dall’accusa di omicidio colposo plurimo per la gestione delle settimane più dure dell’emergenza Covid nella Val Seriana. I giudici del Tribunale dei ministri hanno smontato l’ipotesi di omicidio colposo poiché manca il nesso di causa con la zona rossa. Tuttavia, nella nota a margine dell’ordinanza di archiviazione, i giudici hanno evidenziato un errore materiale riguardante l’impiegata amministrativa dell’ospedale di Alzano Lombardo, citata in entrambi i ruoli di vittima e persona offesa nell’inchiesta. Infatti, l’impiegata è stata inserita per sbaglio nella lista dei defunti stroncati dal virus, ma sarebbe parte offesa, viva e vegeta, per l’ipotesi di lesioni colpose legata alla gestione dell’ospedale. Inoltre, i giudici hanno esaminato le storie delle altre vittime contenute nel capo d’imputazione e hanno fatto una serie di considerazioni, come la data di morte precedente a quella del presunto reato, l’antecedente contagio di alcune persone e la mancanza di certezza di contagio da Sars-Cov-2 per alcune vittime. Il microbiologo e deputato del Pd, Andrea Crisanti, ha risposto all’agenzia Ansa riguardo alla relazione tra i morti e la mancata zona rossa, affermando che una più tempestiva chiusura della zona rossa avrebbe potuto diminuire il numero dei decessi in Val Seriana. Inoltre, ha sottolineato che a Vo’ Euganeo, dove è stata fatta la zona rossa, per quattro mesi non si è infettato nessuno.

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