Angelo Moretti, un uomo di 73 anni originario di Bergamo, è stato protagonista di numerosi colpi, principalmente rapine a farmacie, supermercati e distributori di benzina. La sua particolarità era quella di muoversi in bicicletta e di nascondere il volto con un passamontagna o una mascherina. Nel giugno del 2011, Moretti avrebbe compiuto una rapina a un distributore di benzina a Romano di Lombardia, ma il crimine è rimasto impunito per oltre un decennio.
Durante il colpo, Moretti avrebbe impugnato una pistola giocattolo e avrebbe rubato circa 500 euro in contanti e un assegno da 5mila euro. Una delle dipendenti della stazione di rifornimento è riuscita a vederlo in volto, ma inizialmente non lo ha riconosciuto. Tuttavia, le tracce biologiche trovate sul cappellino abbandonato sul luogo del crimine corrisponderebbero al Dna di Moretti, secondo le analisi dei Ris di Parma.
Il processo per stabilire se Moretti sia colpevole di questa rapina è in corso, ma la difesa si oppone alla prova del Dna, sostenendo che non ci sarebbero coincidenze con l’età e l’altezza dell’uomo visto sul posto. Tuttavia, il problema principale è ricostruire dove si trovava Moretti in quel momento, visto che era in latitanza dopo una fuga dai domiciliari.
In ogni caso, la storia di Moretti dimostra come sia difficile per alcuni individui abbandonare la vita criminale, nonostante gli anni trascorsi in carcere o i lavori onesti. La tentazione di guadagnare denaro in modo facile sembra essere troppo forte per alcuni, e ciò porta a commettere reati che possono avere conseguenze gravi per le vittime e per gli autori stessi.