Con l’arrivo dell’estate, torna il pericolo degli annegamenti, soprattutto nei laghi. La notizia della morte di un ragazzo egiziano annegato nel lago di Endine, nella bergamasca, è solo l’ultimo di una lunga serie di incidenti. L’anno scorso, infatti, sono annegate ben 25 persone nei laghi e nei fiumi lombardi, tra cui molti giovani. Anche il fiume Trebbia, tanto amato dai cremonesi, è stato teatro di molte tragedie.

Non solo i fiumi e i laghi sono pericolosi, ma anche i canali come il Vacchelli, in località San Bernardino, a Crema. Nonostante il divieto assoluto di balneazione dal 2017, molti ragazzi si tuffano nelle sue acque, ignari dei pericoli. La bassa temperatura dell’acqua, la velocità della corrente e la presenza di manufatti idraulici che creano violente variazioni del flusso in profondità espongono i bagnanti a gravissimi pericoli.

Inoltre, spesso chi fa il bagno o un tuffo nelle acque del canale o dei laghi non tiene conto del repentino cambio di temperatura tra il corpo e l’acqua, che può portare a una diminuzione del battito cardiaco e della pressione arteriosa. In alcuni casi, questo può causare una perdita di sensi e, senza un soccorso immediato, la persona in acqua rischia la morte.

È importante, quindi, che soprattutto i giovani prestino la massima attenzione e prudenza quando si tratta di bagni e tuffi nei laghi e nei fiumi. Non bisogna sottovalutare i pericoli e rispettare sempre le indicazioni e i divieti imposti dalle autorità competenti. La vita è preziosa e va tutelata in ogni occasione.

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