Si è tenuta la seconda udienza del processo a carico di Domenico Gottardelli, l’idraulico di Covo che, lo scorso settembre, ha ucciso con un colpo di fucile l’amico Fausto Gozzini nell’ufficio della sua azienda di Casale Cremasco. I giudici avevano disposto una perizia psichiatrica per valutare la capacità di intendere e di volere dell’imputato, la sua pericolosità sociale e la compatibilità con il regime carcerario. Gli esperti nominati dalle difese hanno dichiarato che lo stato di salute di Gottardelli, cardiopatico e con un disturbo neurocognitivo vascolare lieve, è incompatibile con il carcere, ma non compromette la sua capacità di intendere e di volere.

Gottardelli ha sempre sostenuto di aver ucciso Gozzini perché lo riteneva colpevole di essersi appropriato del suo denaro contante, circa 340.000 euro, soldi ricavati dalla vendita di una casa al lago e custoditi nella garage della sua abitazione. Ma durante la prima udienza, era emerso un altro possibile movente del delitto: Gottardelli avrebbe ucciso Gozzini perché la vittima non voleva più prestargli la sua casa in Tunisia, dove l’imputato soggiornava per diversi mesi all’anno.

Il prossimo appuntamento in tribunale è stato fissato per il 19 settembre, quando verrà presentata l’analisi dei periti e le conclusioni delle parti. Gottardelli, reo confesso, deve rispondere di omicidio premeditato.

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