Il Tribunale di Monza ha emesso una condanna a 10 anni di reclusione per il tentato omicidio di un ultrà dell’Atalanta, avvenuto il 18 giugno 2020 a Monza. Gli imputati, S.C. di 75 anni di Sesto San Giovanni e A.L. di 70 anni di Bergamo, sono stati ritenuti responsabili della sparatoria che ha causato una grave ferita alla schiena della vittima.
Entrambi gli imputati hanno un passato criminale, con precedenti per rapina e spaccio di droga. La vittima, M.P., è anch’egli di Bergamo e ha precedenti per spaccio e concorso in rapina in un’inchiesta sul mondo della tifoseria organizzata dell’Atalanta.
Secondo gli investigatori della Questura di Monza, il movente del tentato omicidio sarebbe un debito di 30mila euro. In un altro procedimento penale, M.P. è accusato di porto abusivo di arma da fuoco, poiché al momento dell’appuntamento per la consegna del denaro prestato da A.L., sia il 69enne che S.C. si sono presentati armati di un fucile e una pistola. Anche la vittima del tentato omicidio aveva con sé una penna pistola. Dopo essere stato ferito, ha inventato una rapina per nascondere la vera dinamica dell’agguato, ma gli investigatori sono riusciti a scoprire la verità.
Durante il processo, la vittima non si è costituita parte civile per ottenere un risarcimento del danno e ha anche scagionato l’imputato rimasto alla sbarra, affermando che soltanto il 70enne era presente all’agguato. Il 75enne sostiene di aver solamente prestato la sua auto all’amico.
Questa condanna rappresenta un importante passo verso la giustizia per l’aggressione subita dall’ultrà dell’Atalanta. L’azione delle forze dell’ordine ha permesso di risalire ai responsabili e di svelare il vero movente dell’agguato. Ora spetta al sistema penale garantire che la sentenza venga eseguita e che i responsabili scontino la pena stabilita dal Tribunale di Monza.
