Due autori delle violenze in Duomo sono stati condannati con il rito abbreviato, ottenendo così uno sconto sulla pena e una prospettiva di liberazione anticipata. Uno dei condannati è attualmente agli arresti domiciliari, mentre l’altro è in carcere a Trento ma potrebbe presto essere liberato. Nonostante ciò, per le vittime è comunque un risultato importante, poiché dimostra che la giustizia funziona e incoraggia le donne a denunciare senza paura. Le due ragazze che si sono costituite parti civili affermano che la sentenza è un segnale forte per tutte le ragazze che hanno subito un’aggressione quella notte. Gli imputati, Abdel Fatah di vent’anni e Mahmoud Ibrahim di 19 anni, sono stati riconosciuti senza incertezze dalle vittime e hanno ammesso di trovarsi in piazza quella sera, ma hanno negato di far parte del branco responsabile degli stupri di gruppo. Durante il processo a porte chiuse, un amico delle due vittime ha riconosciuto gli imputati. La pena è stata ridotta rispetto alle richieste del pm Alessia Menegazzo, in quanto sono stati assolti dall’accusa di rapina. Oltre alla condanna, i due dovranno versare un risarcimento alle vittime e al Comune di Milano, ma essendo quasi nullatenenti, è improbabile che possano pagare. Le indagini della pm Menegazzo hanno portato anche all’identificazione di un altro partecipante allo stupro di gruppo, che è stato condannato separatamente. Altri tre indagati devono ancora affrontare l’udienza preliminare.

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