Il costruttore Andrea Bezzicheri si difende dalle accuse della Procura riguardo al cantiere del palazzo di sette piani in piazza Aspromonte. Secondo la Procura, il cantiere è fuori norma perché è stato realizzato in un’area accatastata come cortile privato. Bezzicheri sostiene di non essere stato informato dal Comune che l’area fosse un cortile e afferma di aver investito 20 milioni di euro nel progetto, finanziati dalle banche e dagli anticipi degli acquirenti. Ora, con l’eventuale sequestro e il procedimento penale in corso, l’azienda rischia il fallimento, con conseguenze negative per gli acquirenti e per l’impresa che ha l’appalto della costruzione.

I legali del costruttore lamentano che la memoria depositata al Tribunale del Riesame non sia stata presa in considerazione dalla Procura, che ha già notificato l’avviso di conclusione delle indagini a 12 persone. Tutto si gioca sul via libera dato dal Comune all’idea che il precedente edificio si trovasse all’interno di un isolato e non in un cortile urbanistico. Bezzicheri sostiene che il Permesso di Costruire sia conforme al regolamento vigente e che sia stato vagliato da diverse commissioni e uffici comunali senza sollevare alcuna perplessità.

Il costruttore racconta anche del coinvolgimento dell’assessore Maran nel progetto e delle pressioni esercitate da un gruppo di abitanti della piazza, tra cui Marco Balich, coreografo di eventi internazionali. Secondo Bezzicheri, Maran confermò che la pratica era regolare e auspicò un dialogo tra istituzioni, cittadini e operatore privato. Alla fine, fu trovata una variante come transazione.

La situazione è ancora incerta e dipenderà dalle decisioni del Tribunale del Riesame. Nel frattempo, l’azienda rischia di fallire e gli acquirenti potrebbero perdere i soldi versati come caparre e acconti.

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