Dopo il terribile incidente avvenuto sabato sera a Gemonio in via Garibaldi, in cui la povera Giusy Caliandro è stata investita da un veicolo a pochi metri dalla sua abitazione, un secondo testimone è stato trovato e contattato da Varesenews per ricostruire i momenti precedenti l’accaduto. Questo testimone, di nome Davide, aveva 44 anni ed era arrivato a Gemonio per cenare al ristorante “Oltrepizza”, proprio sulla salita della via dove si è verificato l’incidente. Ha visto un’auto scura arrivare con a bordo Giusy, lo stesso veicolo che poco dopo avrebbe investito la ragazza.
Davide ha spiegato di aver parcheggiato male l’auto all’incrocio tra via Battisti e via Garibaldi, perché doveva andare in pizzeria per chiedere se c’era un tavolo disponibile. Dopo aver ricevuto una risposta positiva, è uscito per parcheggiare meglio l’auto e mentre si incamminava ha visto arrivare un’auto di colore scuro. A bordo c’era la ragazza che, quando l’auto si è fermata, è scesa con una bottiglia verde di birra in mano. Ha sentito che stava urlando qualcosa, ma non ha prestato attenzione a quello che stava dicendo, forse stavano litigando. L’auto si è fermata all’altezza dell’arco dove poi ha scoperto che la ragazza abitava.
A quel punto, Davide ha fatto una telefonata e si è distratto. È tornato alla sua auto, è salito a bordo per parcheggiare e, al ritorno, mentre stava salendo verso la pizzeria (a poco più di una cinquantina di metri di distanza), ha sentito un colpo: era l’auto che aveva investito Giuseppina Caliandro. È corso a vedere e ha trovato la ragazza a terra, assistita da alcune persone. Faceva fatica a respirare e un ragazzo stava chiamando i soccorsi. Sapendo che l’ambulanza era stata chiamata, Davide è tornato verso la sua auto parcheggiata all’incrocio per aspettare l’ambulanza e indicare loro il punto in cui intervenire.
Secondo il testimone, i soccorritori hanno cercato a lungo di rianimare la ragazza, per poi partire verso l’ospedale di Varese.
Questo nuovo testimone offre un tassello in più per la ricostruzione dei fatti di sabato, e probabilmente le autorità hanno già queste informazioni a disposizione. La Procura di Varese ha dichiarato di mantenere il massimo riserbo sull’indagine.
