Francesco Tallarita, l’imprenditore di Verano coinvolto in uno scandalo di corruzione per appalti relativi al verde pubblico in vari comuni, potrebbe patteggiare una condanna a quattro anni di reclusione. Questo è emerso dall’udienza che si è svolta oggi a Monza e che proseguirà ad ottobre.

Nell’udienza odierna a Monza, Francesco Tallarita, imprenditore di Verano, potrebbe essere condannato a quattro anni di reclusione. Questo è il possibile esito del processo per lui e per la maggior parte degli imputati, secondo quanto emerso dall’udienza davanti al giudice per le indagini preliminari. Quasi tutti i 14 imputati (persone fisiche e giuridiche) avrebbero scelto di patteggiare. La pena più alta sarebbe di quattro anni per Tallarita, mentre per gli altri sarebbe inferiore.

Tallarita era stato coinvolto in uno scandalo di corruzione per appalti relativi al verde pubblico in vari comuni. Nel maggio 2022, erano stati cinque gli indagati raggiunti da misura restrittiva con accuse di corruzione, turbativa d’asta e falso. Tutti erano agli arresti domiciliari. Oltre a Tallarita, erano coinvolti Francesco Bonasera di Bovisio Masciago, Angela Galbiati di Biassono, Giovanni Mancini di Carate Brianza e Stefano Buccino di Milano.

Secondo gli inquirenti, l’inchiesta su Tallarita ha rivelato uno “spaccato criminale allarmante e inquietante”. L’imprenditore, incensurato, avrebbe creato una rete di contatti per ottenere numerosi appalti di piccola o media rilevanza attraverso tre società a lui riferibili, utilizzate per aggirare il principio di rotazione degli affidamenti. I tecnici e i funzionari coinvolti sarebbero stati “stabilmente asserviti” agli interessi del privato. I fatti contestati si sono verificati nei comuni di Biassono, Desio e presso gli uffici della Provincia di Monza e Brianza.

L’indagine è iniziata alla fine del 2019, dopo la denuncia della sindaca e della vicesindaca di Macherio, a seguito di un presunto tentativo di corruzione da parte di Tallarita verso un pubblico ufficiale del comune. Un altro tentativo di corruzione sarebbe fallito nel comune di Lentate sul Seveso. Tra i reati ipotizzati c’è anche un’istigazione alla corruzione avvenuta al comune di Monza, dove Tallarita avrebbe offerto a un pubblico ufficiale responsabile della gestione del verde pubblico “la somma non dovuta di mille euro, occultata all’interno di una confezione regalo contenente bottiglie di vino”, che però non è stata accettata e gli è stata restituita.

Il processo è stato rinviato a ottobre.

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