Processo Frecciarossa: cinque imputati rinviate a giudizio, non luogo a procedere per altri cinque.
Ieri mattina, l’ex procuratore di Lodi Domenico Chiaro, in qualità di pubblico ministero, ha richiesto il rinvio a giudizio nel processo per il deragliamento del treno Frecciarossa Milano-Salerno, avvenuto il 6 febbraio 2020 a Livraga, che ha causato la morte di due macchinisti e il ferimento di una decina di passeggeri.
Per altri cinque imputati, invece, è stato disposto il non luogo a procedere, tra cui due alti dirigenti di Rfi e Alstom. I cinque imputati che dovranno rispondere dell’accusa di disastro ferroviario sono: un program manager di quarantasei anni di Alstom, la società fiorentina che ha fornito a Rfi un attuatore difettoso installato sullo scambio numero 5 poche ore prima dell’incidente; un operaio interinale di trentatré anni di Alstom; un operaio metalmeccanico di cinquantasette anni di Alstom; il direttore sessantaseienne della direzione di produzione di Rfi; e un responsabile di produzione di quarantasei anni di Alstom.
Due operai e il loro responsabile della formazione avevano scelto in precedenza il rito abbreviato, con l’approvazione del giudice: per loro la sentenza arriverà il 3 luglio.
Il cuore della questione è ormai noto: un attuatore difettoso, proveniente dall’azienda fiorentina un anno prima dell’incidente, è stato installato poche ore prima del deragliamento. L’anomalia, causata dall’inversione di due fili all’interno, ha causato l’incidente, facendo sviare il Frecciarossa sul binario morto a quasi 300 chilometri all’ora, nonostante fossero stati effettuati diversi test. Il processo intende andare oltre la responsabilità ipotetica dell’addetto che ha commesso l’errore, per capire chi avrebbe dovuto attuare tutte le procedure per evitare di arrivare al punto di non ritorno.