La bicicletta d’acqua per disabili: un’invenzione che porta gioia alle persone sfortunate

La volontà di aiutare un amico sfortunato rimasto paralizzato agli arti inferiori, il sogno di vedere un figlio felice. Sono anche questi gli ingredienti che hanno permesso a due giovani robbiesi, Enrico Legori, impiegato con competenze tecniche, e Nicolò Bertaia, ingegnere, di aiutare l’artigiano rosaschese Pier Antonio Ghibriali.

Proprio di Ghibriali è stata l’idea di realizzare una bicicletta d’acqua che si può utilizzare usando solo le mani: è destinata ad Andrea, 34enne figlio del carpentiere costretto da 18 anni sulla carrozzina. Così ha chiamato gli amici del figlio, Enrico Legori e Nicolò Bertaia. Insieme, fondando la Hydropam, commercializzeranno la loro invenzione. Con loro ha collaborato anche il consulente finanziario, e amico di Andrea, Davide Romeo di Mede.

Quello della bicicletta su acqua utilizzabile con le mani è un sogno già diventato realtà per Andrea Ghibriali. Un progetto che ha iniziato a circolare attirando attenzioni. Come quella di Giovanni Galifi di Conegliano Veneto, rimasto paralizzato dopo un incidente stradale, e Salvatore Coco di Venezia, esponente dell’associazione italiana per la lotta alla sclerosi multipla.

“Sono stati loro i primi due ad acquistare la nostra bicicletta d’acqua per disabili – hanno spiegato Ghibriali, Bertaia e Legori -. Tra l’altro per uno scopo nobile: metterla a disposizione gratuitamente dei bagnanti disabili nella spiaggia “Blue Moon” del Lido di Venezia”. Nella spiaggia veneziana è avvenuta la presentazione.

“Una gioia per tutti noi vedere la bicicletta funzionare, e dare momenti di gioia al nostro Andrea Ghibriali, ma anche ad altre persone sfortunate” hanno chiuso gli inventori.

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