Ottavia Piana, la speleologa rimasta bloccata in una grotta a 150 metri di profondità in provincia di Bergamo, è stata finalmente salvata. Dopo due giorni di angoscia, i soccorritori del Soccorso Alpino sono riusciti a riportarla in superficie martedì pomeriggio, poco dopo le 13:30.

La situazione era diventata critica domenica pomeriggio, quando uno dei colleghi di Ottavia era riuscito ad uscire dalla grotta e raggiungere l’abitato di Fonteno per chiedere aiuto, dato che all’interno della grotta non c’era campo per i cellulari. La zona in cui si trovava la speleologa era particolarmente complessa e ancora in esplorazione, rendendo le operazioni di salvataggio ancora più difficili.

L’incidente era avvenuto domenica pomeriggio, poco prima delle 18, quando i due compagni di Ottavia erano riusciti a risalire in superficie e a chiamare i soccorsi. Nel frattempo, gli altri due rimanevano sottoterra con la ferita. Durante tutta la giornata di lunedì, i medici erano stati ottimisti sulle condizioni di salute di Ottavia. La madre della speleologa era presente al campo sportivo di Fonteno, dove era stata allestita la base dei soccorritori, ma nonostante le rassicurazioni di tutti, era visibilmente preoccupata.

Sessanta uomini, provenienti da diverse delegazioni del Soccorso Alpino e speleologico, tra cui Veneto, Piemonte, Trentino Alto Adige e anche dall’Emilia Romagna, si sono uniti agli sforzi per salvare Ottavia. Finalmente, martedì pomeriggio, è arrivata la notizia del suo salvataggio.

Ottavia Piana è stata portata in superficie in condizioni stabili e ora riceverà le cure necessarie per la sua frattura alla gamba. È un lieto fine per questa avventura complicata e pericolosa, che ha visto l’impegno e la collaborazione di tanti soccorritori provenienti da diverse regioni italiane.

Questo episodio ci ricorda l’importanza di praticare sport e attività all’aperto in modo responsabile e di essere preparati per eventuali emergenze. La speleologia è un’attività affascinante, ma può comportare rischi. È fondamentale seguire le norme di sicurezza e avere sempre con sé l’attrezzatura adeguata.

Auguriamo a Ottavia una pronta guarigione e speriamo che questa esperienza non le tolga la passione per la speleologia.

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