Vincenzo Cesarano, noto come “o mussone”, è stato arrestato durante una grande operazione condotta dai Carabinieri nelle città di Castellammare di Stabia, Pompei, Pisa e Brescia. Nonostante fosse già ai domiciliari in provincia di Brescia per scontare una pena relativa a un altro filone d’inchiesta, è stato ritenuto uno dei vertici del clan Cesarano di Castellammare di Stabia e accusato di vari reati, tra cui associazione armata di tipo mafioso, tentato omicidio, estorsione aggravata dal metodo mafioso, rapina aggravata, porto d’arma illegale, detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio e accesso indebito a dispositivi di comunicazione da parte di soggetti detenuti.

Secondo gli inquirenti, Cesarano organizzava e dirigeva il gruppo criminale, avendo poteri di supremazia e indirizzo sugli affiliati, insieme a Luigi Belviso e Giovanni Cafiero, anch’essi finiti in carcere. L’uomo, di 62 anni, si trovava a Gottolengo, in provincia di Brescia, presso parenti, dove stava scontando gli arresti domiciliari per un’altra vicenda giudiziaria.

L’operazione è stata eseguita grazie a una serie di ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Oltre a Cesarano, sono state arrestate altre 13 persone, mentre per una persona è stata disposta la misura degli arresti domiciliari. L’inchiesta ha coinvolto diverse città italiane, dimostrando l’ampio raggio di azione del clan Cesarano.

Si tratta di un duro colpo per la criminalità organizzata, che dimostra come anche coloro che sono ai domiciliari possano continuare a organizzare e dirigere attività criminali. L’operazione condotta dai Carabinieri dimostra l’impegno delle forze dell’ordine nel contrastare la presenza della mafia sul territorio italiano e garantire la sicurezza dei cittadini.

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