Ieri si è svolto un colloquio molto delicato tra Sergio Mattarella e Giorgia Meloni al Quirinale. Il presidente e la presidente del Consiglio si sono confrontati sulla questione della giustizia, con Mattarella che avrebbe voluto sapere fino a che punto il governo è disposto a confrontarsi con la magistratura, partendo dalla riforma di Carlo Nordio e arrivando ai casi giudiziari Santanchè e Delmastro che sono emersi negli ultimi giorni.

Tuttavia, non si sa molto sull’incontro. Secondo Marzio Breda sul Corriere della Sera, l’ordine di massima riservatezza sarebbe arrivato direttamente da Mattarella: “Ha ordinato allo staff di comportarsi con i media come prigionieri di guerra: nome, grado, numero di matricola. Cioè, tacere”. La volontà del Quirinale di mantenere riservato il contenuto del colloquio è dimostrata anche dalla nota diffusa dopo l’incontro alle 19:50: “Colloquio terminato, ora scarsa, studio alla Vetrata”. Con l’aggiunta di due parole poco dopo: “Cordiale e costruttivo”.

Potrebbe essere quindi la Meloni a spiegare cosa si sono detti durante il faccia a faccia. Per quanto riguarda il capo dello Stato, invece, Breda scrive: “Mattarella, che a norma di Costituzione presiede il Csm, non ha mai fatto mancare sostegno ai magistrati, citando l’articolo 104 della Carta, che riconosce all’ordine giudiziario ‘l’autonomia e l’indipendenza da ogni altro potere'”.

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