I membri della famiglia Horvat sono coinvolti in un processo per associazione a delinquere, in seguito a una storia di autosaloni e vendite fasulle. Tra i numerosi imputati, spicca la presenza di Maria Horvat, una nonna di 76 anni che possiede una Porsche Cayenne. Ciò che colpisce è che Maria Horvat ha beneficiato del reddito di cittadinanza, nonostante alcune accuse che le sono state mosse. L’accusa sostiene che abbia dichiarato una residenza non corretta, omesso di possedere due immobili e non comunicato all’Inps l’acquisto e la rivendita di un terreno. La Porsche, secondo l’accusa, era intestata fittiziamente a Maria Horvat per evitare misure di prevenzione patrimoniale. La nonna è tra i cinque imputati che hanno scelto il rito abbreviato, mentre gli altri andranno a processo il 15 febbraio 2024.

Le accuse di truffa riguardano l’acquisto di auto presso il salone “Guido l’auto” di Sorisole, che è stato aperto e chiuso nel giro di tre giorni nel dicembre 2019. Le auto, nonostante i pagamenti effettuati dai clienti, non sono mai state consegnate. Gli Horvat hanno risarcito gli acquirenti e questi hanno ritirato la querela. Tuttavia, con la riforma in vigore, la truffa decade con la remissione della querela. Quindi, il processo sarà incentrato sull’ipotesi di associazione per delinquere, estorsione e calunnia. Nel filone emiliano del 2021, che riguarda gli autosaloni Emilia Motori e Seven Cars, gli imputati sono accusati di associazione per delinquere e truffa per un importo di 300.000 euro.

I fratelli Principe e Fardi Horvat, insieme al padre Desiderio e ad altre otto persone, sono considerati i promotori e i capi del gruppo coinvolto in attività illecite legate alla compravendita di auto e alla gestione di concessionari volti a frodare i clienti. Per quanto riguarda il filone emiliano, gli imputati sono gli stessi fratelli Horvat insieme ad altre sette persone.

Le truffe sono avvenute attraverso annunci su Subito.it. Ad esempio, per l’acquisto di una Mercedes Classe A, un acquirente ha versato una caparra di 500 euro e un bonifico di 23.000 euro. Per una Toyota Yaris, ci sono stati pagamenti di 500 euro più 12.000 euro. Alcune Porsche Cayenne sono state vendute più volte, con pagamenti di 500 euro più 15.000 euro o 1.000 euro più 23.000 euro. Nel filone emiliano sono state coinvolte diverse Fiat Panda, Volkswagen T-Cross e Fiat 500.

Principe Horvat è accusato di estorsione e tentata estorsione. Avrebbe minacciato la titolare di una società per ottenere uno sconto di 25.000 euro sull’acquisto di un immobile. Inoltre, si è spacciato per un membro della famiglia Casamonica durante la vendita di una Ferrari California.

I fratelli Horvat sono anche accusati di aver indirizzato i truffati verso un rivale ignaro. Sull’autosalone di Sorisole è stato affisso un cartello con un nome fittizio, mentre Principe ha inviato messaggi WhatsApp ai clienti facendo riferimento a rivali nel settore. Tuttavia, il tribunale ha già stabilito che l’accusa di calunnia non regge.

Le difese degli imputati si concentrano sulla contestazione dell’associazione per delinquere. Gli avvocati sostengono che non ci fosse un progetto comune e che i tempi di apertura del salone fossero brevi. Riguardo al filone emiliano, gli avvocati affermano che non ci sono elementi probatori, se non un riconoscimento vocale.

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