Il boss Alessandro Giannelli, detenuto nel carcere di Voghera, ha impartito ordini ai suoi affiliati e minacciato l’ex fidanzato della figlia tramite WhatsApp. La Squadra Mobile di Napoli ha documentato questa circostanza durante le indagini coordinate dalla Dda, che hanno portato all’emissione di sette ordinanze di custodia cautelare, una delle quali riguarda proprio Giannelli. Il boss, nonostante fosse in cella, non ha esitato a telefonare e inviare messaggi minacciosi tramite WhatsApp per cacciare l’ex fidanzato della figlia dalla zona dove abitava. La vittima si è recata immediatamente in Questura per denunciare una videochiamata e una serie di messaggi intimidatori ricevuti dal carcere di Giannelli. Ha anche segnalato un raid compiuto da persone armate che sono andate a casa sua per mandarlo via, sempre su ordine del boss. L’uomo ha anche riferito di aver ricevuto minacce di morte dal fratello di Giannelli, che controllava i messaggi che i due si scambiavano sui social media. A causa di questi episodi, l’uomo ha deciso di chiedere protezione alla Polizia e di allontanarsi temporaneamente dalla sua abitazione insieme alla sua famiglia. Le accuse mosse dalla Dda di Napoli riguardano detenzione e porto di armi da fuoco, detenzione illecita di sostanze stupefacenti, danneggiamento, incendio e accesso indebito a dispositivi di comunicazione da parte di soggetti detenuti. Le indagini hanno permesso di documentare che Giannelli, dal carcere di Voghera, comunicava regolarmente con l’esterno e forniva direttive ai suoi collaboratori per la gestione delle attività illecite sul territorio. Sono state riscontrate anche collaborazioni con esponenti di gruppi criminali limitrofi. Tuttavia, gli equilibri tra le organizzazioni sono mutati a causa di conflitti legati allo spaccio di droga e al controllo del territorio. Il clan di Giannelli è entrato in conflitto con altri gruppi, dando luogo ad azioni armate per il predominio sulla zona. Tra queste azioni, si segnala l’aggressione a Marco Assalto, ritenuto responsabile della distribuzione di droga in una piazza. Questo ha scatenato una crescente conflittualità armata nella zona. Sono state documentate azioni violente, tra cui l’incendio di un’auto appartenente agli avversari e l’attacco alla casa di una persona legata ad un gruppo rivale. Sono state anche segnalate numerose aggressioni ai parcheggiatori abusivi operanti a Bagnoli. Le indagini hanno permesso di smascherare queste attività criminali e di emettere le relative ordinanze di custodia cautelare.