L’intervista. Una vita dedicata al volontariato per la Croce Rossa di Bergamo, servendo sulle ambulanze. “Una ragazza per strada mi ha fermato per farmi notare che camminava: l’avevo soccorsa durante un incidente stradale. La gioia più grande è stata vederla in piedi e felice”.

“L’emozione della sirena passa, ma rimane viva quella delle persone che assistiamo”: Massimo Doneda, dipendente di un’azienda di trasporti, è volontario della Croce Rossa di Bergamo dal 1992. “Ho frequentato il corso di formazione quasi per caso ma poi si è creato un bel gruppo e sono rimasto al servizio fino a oggi” racconta il bergamasco, volto noto sul territorio.

Dopo tanti anni sulle ambulanze, gli capita di incontrare per caso alcune persone che lo salutano perché lo hanno incontrato in qualche luogo di soccorso o sono stati soccorsi proprio da lui. “Ricordo una ragazza che mi ha salutato per strada e mi ha fatto vedere che camminava! L’avevo soccorsa sul luogo di un incidente stradale in cui era rimasta ferita” racconta in uno dei tanti aneddoti. L’Eco di Bergamo incontra Massimo Doneda.

“Entriamo anche nella casa delle persone: ti sembra quasi di essere di famiglia. Ti accolgono e in pochi minuti si instaura una certa empatia” racconta dopo oltre 30 anni di volontariato. “Le storie un po’ poi si portano a casa, ci pensi anche se negli anni impari a staccare di più”.

Poi l’appello: “Di volontari c’è sempre bisogno: il servizio di ambulanza ha i suoi rischi. Mancano soprattutto i giovani, preferiscono altre attività di volontariato: è comprensibile ma anche in Croce Rossa si può fare tanto al di là dell’emergenza” spiega. “Che cosa mi auguro? Di stare bene e vorrei che nessuno dovesse aver bisogno di un’ambulanza”. Ma nel caso lui c’è.

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