Condannati a 235 anni di carcere per il fallito assalto al caveau Mondialpol di Calcinatello, che avrebbe potuto fruttare 83 milioni di euro, le 31 persone coinvolte nel colpo. Alcuni imputati sono di Cerignola (Foggia), altri sono legati a cosche della ‘Ndrangheta calabrese, oltre ai basisti bresciani. Le pene vanno da un minimo di 1 anno e 10 mesi a un massimo di 16 anni e 4 mesi. Due persone sono state assolte.

L’assalto avrebbe portato a un bottino di oltre 80 milioni di euro in contanti. Tra le armi sequestrate vi erano 4 kalashnikov, pistole, una mitraglietta e chiodi per bucare pneumatici, oltre a 21 bombe molotov trovate in un capannone a Cazzago San Martino, considerato il nascondiglio del gruppo.

Tra i fermati vi sono anche due dipendenti infedeli dello stesso istituto di vigilanza, che avrebbero avuto il ruolo di basisti. I presunti rapinatori, con precedenti penali, alcuni ritenuti collegati a clan del foggiano e cosche della ‘Ndrangheta, nei mesi precedenti avevano rubato circa venti veicoli destinati ad essere dati alle fiamme per isolare l’area d’interesse e impedire l’intervento delle forze di polizia. Possedevano anche una ruspa che avrebbe dovuto sfondare la parete blindata del caveau, dove sono custoditi gli incassi dei negozi della zona.

La preparazione per il colpo era estremamente accurata. Gli alloggi per i complici in trasferta venivano prenotati in strutture che omettevano di comunicare i dati dei clienti per evitare controlli della Questura. I presunti rapinatori erano pronti a intervenire contemporaneamente da luoghi diversi, comunicando tramite telefoni dedicati e apparati radio. Un primo gruppo era pronto a muoversi dal capannone industriale a Cazzago San Martino, dove erano stati nascosti i veicoli precedentemente rubati, mentre altri due gruppi erano pronti a partire da due nascondigli situati a Gardone Val Trompia e Ospitaletto.

L’operazione per contrastare il crimine è stata condotta simultaneamente su tutti e tre gli obiettivi, impiegando oltre trecento uomini e mezzi speciali. L’operazione è stata realizzata grazie al coordinamento investigativo effettuato dalla Procura Nazionale Antimafia. Oltre alla Polizia e ai Carabinieri di Brescia, hanno partecipato anche le Squadre Mobili di Foggia, Milano, Venezia, Padova, Monza, Bergamo, Reggio Emilia, Verona, Piacenza, Parma e Cremona.

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