Spacciatore

Un traffico di cocaina è stato scoperto a Endine Gaiano, in provincia di Bergamo, con l’arresto di un cinquantenne marocchino. L’uomo avrebbe venduto droga per anni a vari clienti della Val Cavallina, guadagnando ingenti somme di denaro. Tra gli acquirenti figurano soprattutto operai e camionisti, uomini e donne tra i 25 e i 50 anni, che in alcuni casi si sono indebitati o hanno offerto di fare lavori in casa per poter acquistare la sostanza stupefacente.

Le indagini dei carabinieri di Casazza sono partite da un evento casuale: un carabiniere fuori servizio ha notato il sospettato consegnare un involucro a un conducente in cambio di cinquanta euro. Dopo aver fermato la vettura, si è scoperto che il conducente era un operaio di Bossico che aveva acquistato la droga dal pusher, conosciuto come “Raoul”. Il carabiniere ha ottenuto il numero di cellulare del trafficante, che risultava intestato a un pachistano inesistente, ma grazie a una foto è riuscito a identificarlo.

Dalle indagini dei carabinieri, coordinati dalla pm Letizia Aloisio, è emerso che il pusher si accordava al telefono con i clienti e consegnava la droga a tre o quattro persone ogni giorno. Le consegne avvenivano in punti strategici del paese, come il parcheggio di un bar o di un ristorante, vicino al cimitero o alla chiesa. Una dose di cocaina costava sessanta euro, ma veniva fatto uno sconto di dieci euro ai clienti abituali. In un mese, il traffico di droga fruttava all’uomo circa 180 mila euro, distribuendo in media tre chili e mezzo di stupefacenti.

A marzo di quest’anno, dopo aver raccolto numerosi elementi, i carabinieri hanno perquisito la casa del pusher, trovando un altro cellulare con i contatti dei clienti. Ieri, mercoledì 19 luglio, l’uomo è stato arrestato e portato in carcere. Nei prossimi giorni si terrà l’interrogatorio, mentre i clienti accertati sono stati segnalati alle autorità come consumatori di droga.

Restano inquietanti le storie di coloro che, per potersi permettere la droga, si sono compromessi con se stessi. Come quella di una donna che, per potersi permettere una dose al giorno, ha iniziato a pubblicare contenuti pornografici su internet. O come quella di un operaio che, per ripagare la droga, faceva lavori gratuiti a casa del pusher.

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