VERGIATE – Un nome che sarà ricordato per sempre. Giuseppe Caielli, nato a Corgeno, resterà impresso nella storia di Vergiate. A causa del suo impegno antifascista, fu deportato nel 1944 a Gusen, dove perse la vita l’anno successivo. Il suo coraggio e la sua lotta contro la violenza di uno dei periodi più oscuri della storia verranno onorati con l’installazione di una pietra d’inciampo. La proposta è stata approvata dal sindaco Daniele Parrino, su suggerimento dell’Anpi di Varano Borghi-Lago di Comabbio e dell’Anpi provinciale di Varese.

La storia di Caielli

Giuseppe Caielli è nato il 20 ottobre 1885 a Corgeno. Era un tranviere e un controllore di Atm e venne arrestato a Milano il 16 marzo 1944. Non solo a causa del suo impegno antifascista, ma anche per essere stato parte attiva del gruppo Gap (gruppo di azione patriottica). Fu deportato con il trasporto ferroviario 38, partito da Milano il 6 aprile 1944 e arrivato a Mauthausen l’8 aprile successivo. Venne registrato con il numero di matricola 61558 e successivamente trasferito nel campo collegato di Gusen il 26-28 aprile 1944, dove morì il 22 aprile 1945.

Le pietre d’inciampo

L’Anpi si occuperà di fornire le pietre, sostenendone i relativi costi. Prima di procedere con l’installazione, è stata ottenuta l’autorizzazione di Peppino Caielli, erede di Giuseppe. Questa pratica, ormai diffusa e adottata da molti altri comuni, è nata a Colonia nel 1995 grazie all’artista tedesco Gunter Demnig. Finora, sono state installate oltre 60.000 pietre in diverse città europee, posizionate sul selciato vicino a luoghi simbolici per le persone che hanno perso la vita nei campi di concentramento. Si tratta di sanpietrini con una piccola targa in ottone che riporta il nome, l’anno di nascita, la data e il luogo di deportazione e la data di morte.

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