La zanzara comune è stata identificata come il vettore del virus della febbre del Nilo, una malattia che può portare anche alla morte in casi estremi. Nel Lodigiano, dove sono stati registrati due casi di febbre del Nilo, si è scatenata una vera zanzara-fobia tra i residenti. Per fare chiarezza sulla malattia, il primario del reparto malattie infettive dell’ospedale Delmati, Marco Tinelli, ha risposto alle domande dei cittadini. Tinelli ha spiegato che il Lodigiano non è considerato un’area a rischio più di altre zone della pianura Padana, ma ha sottolineato che la presenza di corsi d’acqua che possono seccarsi e creare pozze d’acqua stagnanti favorisce lo sviluppo delle zanzare comuni. Tinelli ha consigliato di fare attenzione e di effettuare una disinfestazione mirata nelle zone dove i due anziani sono stati contagiati. Inoltre, ha suggerito alcune precauzioni quotidiane come cambiare l’acqua agli abbeveratoi per animali e svuotare i sottovasi sui balconi. Il primario ha confermato che gli anziani sono più a rischio, soprattutto se hanno difese immunitarie basse o altre patologie. Tuttavia, anche i giovani possono essere colpiti, soprattutto se soffrono di diabete o sono sottoposti a cure cortisoniche o chemioterapia. I sintomi della febbre del Nilo possono essere blandi, ma in casi gravi si manifestano con forti cefalee, rigidità del collo, momenti di scarsa lucidità e febbre alta. In questi casi, è consigliabile recarsi subito al pronto soccorso.

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