I carabinieri di Saronno hanno recentemente arrestato tre spacciatori magrebini dopo un lungo inseguimento. Durante la perquisizione dell’auto fermata, sono stati scoperti 40 mila euro e un arsenale di armi pesanti. Ciò che ha colpito di più è stato il fatto che alla guida dell’auto si trovava una giovane donna italiana di soli 29 anni.

L’arresto dei tre spacciatori è stato il risultato di un’operazione che ha coinvolto i carabinieri della compagnia di Saronno e i militari dello squadrone eliportati “Cacciatori”. Il blitz si è svolto tra Uboldo, Cerro Maggiore e Rescaldina, zone note per la presenza di spacciatori e per episodi di violenza legati allo spaccio. In passato, infatti, erano stati segnalati ferimenti e omicidi in queste aree. Proprio qualche giorno fa era stato trovato un fucile automatico Beretta calibro 9 completo di munizioni, un revolver Smith&Wesson 367 Magnum completo di munizioni, un machete e oltre 200 grammi di sostanze stupefacenti.

I carabinieri hanno iniziato a perlustrare la zona intorno alle 17, seguendo le tracce lasciate dai pusher. È stato così che hanno notato un’auto sospetta che si allontanava in fretta. L’utilitaria verde è stata immediatamente inseguita e bloccata da una gazzella del Radiomobile alle porte di Saronno, vicino al centro commerciale Esselunga. Dei quattro occupanti dell’auto, due sono riusciti a fuggire, mentre gli altri due, l’autista e un passeggero seduto sui sedili posteriori, sono stati bloccati.

Durante la perquisizione dell’auto, sono state trovate una pistola semiautomatica calibro 9 con matricola abrasa e colpo in canna, due fucili semiautomatici a pompa calibro 12 con circa 150 cartucce e una piccola quantità di cocaina. L’uomo, un 25enne di origine marocchina e in situazione irregolare, è stato arrestato e attualmente si trova in carcere a Busto Arsizio. La posizione della donna, una 29enne italiana che risultava estranea al possesso delle armi, è ancora al vaglio dei militari. Si è scoperto che la donna, tossicodipendente, stava accompagnando i tre spacciatori lontano dai boschi in cambio di una dose gratuita di cocaina.

Questo caso dimostra ancora una volta la pratica degli “schiavi” delle dosi, una realtà ormai accertata che si ritrova spesso nelle indagini sullo spaccio nei boschi. Sono persone tossicodipendenti che offrono supporto logistico ai pusher, come auto, appartamenti e rifugi, in cambio di droga.

Questo arresto si aggiunge ad altri due avvenuti all’inizio della settimana, quando due pusher maghrebini sono stati fermati dai carabinieri nella zona di Gorla Minore. I due hanno tentato di fuggire nella boscaglia, ma sono stati catturati. Addosso ai fermati sono state trovate dieci dosi di cocaina, una busta di cellophane con una modica quantità di hashish e circa 40 mila euro in contanti, divisi in banconote di vario taglio, probabilmente provento dell’attività di spaccio. Sono stati inoltre sequestrati tre telefoni cellulari utilizzati per i contatti con gli acquirenti.

Questi arresti dimostrano l’impegno delle forze dell’ordine nel contrastare il fenomeno dello spaccio e nella tutela della sicurezza dei cittadini. È importante continuare a lavorare per debellare questo problema e garantire un ambiente sicuro per tutti.

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