Puria è un piccolo borgo di antica origine, situato nella pieve di Valsolda. Nel passato, Puria era circondato da mura e rappresentava un punto di incontro di strade e mulattiere provenienti da Castello, Bré, l’alto Luganese e le valli Sanagra, Cavargna, Colla e Rezzo (attraverso il Passo Stretto). A Puria è stato rinvenuto il cosiddetto “Tesoretto dell’imperatore Maurizio”, composto da una serie di monete bizantine risalenti alla fine del VI secolo.

Durante il periodo di dominazione spagnola, il municipio di Puria, come gli altri della valle, aveva poteri limitati poiché molte funzioni pubbliche erano gestite in comune dal consiglio generale della Valsolda. Nell’era napoleonica, nel 1805, il comune di Puria, con i suoi 188 abitanti, fu soppresso e unito al vicino comune di Albogasio, ma riacquistò l’autonomia nel 1816, con l’istituzione del Regno Lombardo-Veneto. Nel 1853, la popolazione di Puria era di 237 abitanti e nel 1861, all’unità d’Italia, contava 240 persone. Nel 1927, il comune di Puria, con i suoi 302 residenti, fu soppresso e unito ai comuni di Albogasio, Castello Valsolda, Cressogno, Dasio e Drano, formando il nuovo comune di Valsolda. A Puria sono nati i pittori Domenico Pezzi e Pellegrino Tibaldi. Ci sono numerose possibilità di escursioni intorno all’Alpe di Puria.

La chiesa di Santa Maria Assunta a Puria, che è diventata sede parrocchiale nel 1604, è stata ricostruita nei secoli XVI e XVII su una precedente struttura romanica documentata nella pieve di Porlezza nel XIII secolo. La facciata e la cupola sono attribuite a Pellegrino Tibaldi, nativo di Puria. Si dice che Tibaldi sia sepolto all’interno della chiesa, come indica una lapide posta nel centro del pavimento della navata. Tibaldi è anche accreditato per gli archi che sono appoggiati alle pareti laterali. I fratelli Pozzi, anche loro di Puria, sono gli autori del dipinto sull’altare maggiore e degli affreschi sulle volte del presbiterio e del transetto destro. All’ingresso, sulla controfacciata, si trova un organo con due angeli in rilievo dipinti ai lati. La cupola è decorata con affreschi settecenteschi che creano un effetto prospettico illusorio. Gli stucchi che adornano la parte interna della cupola risalgono allo stesso periodo.

Sul lato destro della navata si trova la cappella di Sant’Eurosia e il confessionale degli uomini, che ospita un affresco della Trinità commissionato da Tibaldi e strappato dal muro esterno meridionale che un tempo si affacciava sul cimitero. Sul lato opposto, oltre a un dipinto dei Santi Sebastiano e Rocco, si trova la cappella di Sant’Antonio Abate, con una statua di San Lucio e un affresco che raffigura San Pietro da Verona poco prima del suo assassinio da parte di un sicario assoldato dal signore del castello di Albogasio. Il transetto contiene una cappella che ospita una serie di dipinti del Seicento realizzati in seguito alla canonizzazione di Carlo Borromeo: Attentato a San Carlo, San Carlo in preghiera davanti al Sacro Chiodo e La Valsolda omaggia San Carlo.

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