Dopo una lunga battaglia legale durata quasi quattro anni, gli avvocati di Massimo Bossetti avranno finalmente accesso ai reperti e ai campioni di DNA del processo per l’omicidio di Yara Gambirasio. La decisione è stata presa dai giudici della Cassazione, che hanno annullato l’ordinanza con cui la Corte d’Assise di Bergamo aveva respinto per la seconda volta la richiesta difensiva.
La Cassazione ha riabilitato il provvedimento del presidente della Corte d’Assise, Giovanni Petillo, che aveva autorizzato gli avvocati di Bossetti ad accedere al materiale. La confisca del materiale da parte della pm Letizia Ruggeri non influisce sulle richieste della difesa, secondo la Cassazione.
Tuttavia, la decisione della Cassazione non significa che ci sarà una revisione del processo nel breve termine. Sarà compito della Corte d’Assise stabilire le modalità di accesso ai reperti confiscati. Gli avvocati potranno solo osservare i reperti, senza toccarli, e dovranno adottare tutte le misure necessarie per garantirne l’integrità.
È importante sottolineare che l’accesso ai reperti non implica la possibilità di nuove analisi. La Cassazione precisa che eventuali attività ulteriori potranno essere consentite solo dopo la ricognizione e previa richiesta specifica della difesa. La Corte d’Assise dovrà valutare la fattibilità di nuovi accertamenti tecnici in base alla consistenza dei reperti e alla loro utilità per il processo.
In conclusione, gli avvocati di Massimo Bossetti avranno finalmente accesso ai reperti e ai campioni di DNA del processo per l’omicidio di Yara Gambirasio. Tuttavia, ciò non implica la possibilità di nuove analisi e una revisione del processo nel breve termine. Sarà necessario attendere le decisioni della Corte d’Assise in merito alle modalità di accesso e alle eventuali attività ulteriori.
