I graffiti rupestri della Valcamonica sono un tesoro poco considerato dal pubblico, ma che offre un immenso e millenario racconto per chi è in cerca di cibo per la mente e per l’anima. Nonostante ciò, molti siti nella media e alta valle sono poco visibili e poco valorizzati rispetto a Naquane e ai Massi di Cemmo. In questo articolo vi proponiamo un breve racconto dei percorsi tra i pitoti e le loro cattedrali tra Nadro di Ceto ed Edolo, con una deviazione sull’Altopiano del Sole.

Partendo da Nadro, si può visitare il suggestivo tracciato archeologico tra i castagni che porta fino a Naquane. Ma prima di arrivare lì, c’è l’incanto delle Foppe, dove si possono ammirare i segni millenari incisi sulle rocce. Molti di questi segni sono ancora visibili, mentre altri sembrano essere scomparsi. È importante proteggere e restaurare queste testimonianze dell’eredità dei nostri antenati.

Salendo da Nadro a Cimbergo si arriva a Campanine, dove si possono ammirare antichissimi ripari sotto roccia. Anche qui si possono trovare rocce istoriate, ma a tratti la loro bellezza sembra essere “muta”. La situazione dei siti confinanti di Vall e Sottolaiolo, a Paspardo, è ancora peggiore. Il primo è mal segnalato rispetto alla panchina gigante, e la vegetazione alta e le vecchie traversine ferroviarie trasformate in scalini non rendono il sito molto invitante. Sottolaiolo e i giganteschi guerrieri dell’età del Ferro sono accessibili anche alle persone con disabilità, ma hanno bisogno di cure.

A Ossimo, c’è il sito sacro multiplo di Anvoia, dove si possono ammirare le fantastiche stele nel Mupre. La ricostruzione con pietre copia è suggestiva, ma sarebbe utile una miglior segnaletica per raggiungere il sito. Nell’alta valle, a Edolo, si possono ammirare splendidi palazzi signorili lasciati in stato di abbandono. Il castagneto di Sonico ospita le arenarie incise del Coren de le Fate, ma i pannelli esplicativi sono illeggibili. Al Dos de la Desma, un presunto altare preistorico, non esiste alcuna cartellonistica.

Nonostante queste criticità, il racconto dei graffiti rupestri della Valcamonica rimane un tesoro da scoprire e valorizzare. Speriamo che in futuro si possano fare interventi di restauro e migliorare la segnaletica per rendere questi siti più accessibili e apprezzati.

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