Una questione che sta facendo molto discutere nella zona è quella dei frontalieri provenienti dalla Svizzera che non ricevono ristorni dai comuni di residenza. Il sindaco di Lazzate, Andrea Monti, ha deciso di fare luce su questa situazione e ha annunciato un’azione congiunta con gli altri sindaci delle Groane che si trovano nella stessa situazione.

Tutto è iniziato quando un frontaliero di Misinto ha raccontato la sua battaglia per ottenere il riconoscimento di questo status e dei benefici fiscali ad esso collegati. Questi benefici dovrebbero riguardare anche i comuni di residenza dei frontalieri, i quali devono avere una dimora entro 20 chilometri dal confine più vicino, come ad esempio Lazzate, Misinto, Cogliate, Barlassina e Lentate.

Il sindaco Monti sta cercando di capire perché Lazzate non abbia mai ricevuto i ristori dovuti da parte della Regione e della Provincia. Questa indagine sarà condotta insieme ai comuni interessati delle Groane. Monti ha anche chiesto spiegazioni all’assessore regionale alla Montagna, Massimo Sertori, il quale segue la questione per le Comunità montane, che ricevono una parte di questi ristori dalla Svizzera. Tuttavia, sembra che i trasferimenti non siano mai arrivati direttamente ai comuni, ma solo alle province. Perché ciò avvenga, è necessario raggiungere una quota minima di frontalieri sulla popolazione, che in passato era del 4% e ora è scesa al 3%. Tuttavia, qualcosa non torna, considerando che la provincia di Monza e Brianza ha ricevuto solo 1226 euro, assegnati a Lentate sul Seveso.

Il punto è che i trasferimenti dalla Svizzera per i comuni di residenza dei frontalieri non sono mai arrivati, nonostante il requisito principale, ossia la distanza inferiore ai 20 chilometri, sia sempre stato rispettato (anche se forse non riconosciuto).

È necessario fare chiarezza su diversi aspetti, soprattutto considerando che dal 18 luglio scorso le regole sono cambiate per i nuovi frontalieri, con l’applicazione di un diverso metodo di prelievo fiscale. Nonostante ciò, lavorare in Svizzera e abitare entro un raggio di 20 chilometri dal confine rimane ancora molto vantaggioso, anche se un po’ meno conveniente per via della quota destinata al Fisco italiano.

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