Carlos Sainz, pilota spagnolo della Ferrari, è riuscito a recuperare il suo prezioso orologio dopo un inseguimento per le vie del centro di Milano. Sainz ha ringraziato le persone che lo hanno aiutato e la polizia, definendo l’incidente spiacevole.
Uno dei tre rapinatori che hanno strappato l’orologio da 315mila euro al pilota indossava un cappellino McLaren, il che deve essere stato un colpo basso per Sainz, ferrarista convinto. Tuttavia, il giorno dopo l’episodio, il pilota spagnolo ha definito l’accaduto come un “spiacevole incidente”.
Secondo la pm Silvia Bonardi, però, il furto era stato pianificato nel dettaglio: l’assalto è stato fulmineo, la fuga studiata e il passaggio del bottino di mano in mano collaudato. Gli arrestati, senza documenti né dimora, sono “fantasmi” per le banche dati. Si tratta di tre giovani, di cui uno ancora minorenne, che affermano di essere marocchini e di essere arrivati da Marsiglia proprio la sera stessa dell’arrivo di Sainz a Milano, dopo la festa per il podio a Monza.
Sainz ha raccontato ogni passo dell’accaduto: ha lasciato la sua Ferrari “Sf 90” in via Manzoni, ha recuperato i bagagli dal SUV del suo manager e mentre stava entrando nell’Armani Hotel ha notato i tre rapinatori alle sue spalle. Inizialmente, ha pensato che fossero dei fan che volessero un autografo o una foto, ma improvvisamente uno dei tre lo ha afferrato per la spalla sinistra e con l’altro ha preso violentemente il suo avambraccio sinistro. Durante lo strattone, l’orologio Richard Mille, modello “Alexander Zverev”, con cassa grigia e cinturino in tessuto rosso è sparito. Sul polso del pilota è rimasto un segno.
Il trio ha iniziato a fuggire e Sainz ha deciso di inseguirli. Ha “requisito” il SUV dell’amico manager e ha sfrecciato tra le vetrine delle boutique. In via Monte Napoleone, è riuscito a raggiungere uno dei rapinatori e ha abbandonato l’auto per inseguirlo a piedi, supportato da due passanti. Grazie al loro aiuto, è riuscito a bloccare il rapinatore in via Catena. Altri due cittadini hanno acciuffato il secondo rapinatore, che aveva il bottino in tasca, in via Verri. Il terzo rapinatore ha lottato con il manager di Sainz ed è stato fermato dalla polizia. Sainz ha ringraziato le persone che lo hanno aiutato e la Polizia di Stato per aver risolto la situazione.
Questo spiacevole incidente mostra ancora una volta l’importanza della sicurezza nelle grandi città e l’impegno delle forze dell’ordine nel garantire la tranquillità dei cittadini. Sainz ha dimostrato coraggio e determinazione nel recuperare il suo orologio, dimostrando che non si lascia intimidire facilmente. Speriamo che episodi del genere possano essere sempre meno frequenti e che tutti possiamo sentirsi al sicuro nelle nostre città.