Aumento dei casi di infezione da West Nile nel territorio di ATS Brianza

Negli ultimi mesi si è verificato un incremento dei casi di infezione da West Nile anche nel territorio di ATS Brianza. La scorsa settimana è stata segnalata l’ultima infezione proprio a Seregno.

ATS Brianza sta continuando l’attività di sorveglianza integrata su tutto il territorio della Brianza e monitorando costantemente i casi. Ma come possiamo difenderci da questa infezione e proteggerci nel miglior modo possibile per preservare la nostra salute?

La dottoressa Castelli Nicoletta, Direttore del Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria di ATS Brianza, risponde alle domande e ai dubbi più comuni sul virus per fare chiarezza.

La febbre West Nile è un’infezione virale trasmissibile attraverso la puntura di una zanzara infetta, principalmente del genere Culex. Queste zanzare sono presenti in tutta Italia e sono più attive durante i mesi estivi. Gli uccelli sono i principali serbatoi del virus, mentre l’uomo e gli equidi sono gli ospiti a fondo cieco. Altri animali come cani, gatti e conigli possono anche essere infettati. La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona, tranne in casi molto rari come trapianti di organo, trasfusioni di sangue e da madre a feto durante la gravidanza.

Il periodo di incubazione del virus varia da 2 a 14 giorni, ma può arrivare fino a 21 giorni nei soggetti con deficit del sistema immunitario. La maggior parte delle persone infette non presenta sintomi o ha sintomi lievi come febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati e sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni o, in casi rari, alcune settimane e possono variare a seconda dell’età della persona.

Le complicazioni più gravi sono rare, ma possono includere febbre alta, mal di testa intenso, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi della vista, torpore, convulsioni, paralisi e coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti e in casi estremi il virus può causare un’encefalite letale.

La diagnosi viene effettuata attraverso test di laboratorio per il riscontro di anticorpi o del genoma virale. Non esiste una terapia specifica per la febbre West Nile e nella maggior parte dei casi i sintomi scompaiono da soli dopo alcuni giorni o settimane. Nei casi più gravi è necessario il ricovero in ospedale.

Attualmente non esiste un vaccino per l’infezione da virus West Nile, quindi la prevenzione si basa principalmente sull’evitare il contatto con le zanzare vettori del virus e sul controllo ambientale per evitare la loro riproduzione. Alcuni consigli utili includono l’uso di repellenti, l’indossare abiti protettivi come pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto. È consigliabile anche l’applicazione di zanzariere alle finestre, lo svuotamento frequente di contenitori con acqua stagnante come vasi di fiori, sottovasi e secchi, il cambio regolare dell’acqua nelle ciotole degli animali e il mantenimento delle piscinette per i bambini in posizione verticale quando non vengono utilizzate.

È inoltre importante effettuare la costante manutenzione delle aree verdi pubbliche e private e, in generale, delle aree urbane. Sono consigliati anche interventi mirati di disinfestazione utilizzando prodotti larvicidi e adulticidi.

La prevenzione è fondamentale per proteggere la nostra salute e ridurre il rischio di infezione da virus West Nile.

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