L’Ats Brianza continua la sua attività di sorveglianza integrata e monitoraggio dell’infezione da West Nile dopo l’aumento dei casi, uno dei quali è stato fatale a Seregno. Secondo Nicoletta Castelli, Direttore del Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria dell’Agenzia di tutela della salute locale, la via di trasmissione più comune del virus West Nile all’uomo è la puntura di una zanzara infetta. Si tratta di una specie di zanzara attiva al crepuscolo e di notte che punge sia all’aperto che all’interno dei locali. Il virus può infettare anche cani, gatti e conigli. La febbre West Nile non si trasmette attraverso il contatto con persone infette, ma solo in casi molto rari come trapianti di organi, trasfusioni di sangue e da madre a feto durante la gravidanza.
Il periodo di incubazione dopo la puntura della zanzara varia da due a quattordici giorni, ma può arrivare fino a 21 giorni nei soggetti con deficit del sistema immunitario. La maggior parte delle persone infette non presenta sintomi, ma circa il 20% dei pazienti accusa febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati e sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni o in alcuni casi anche qualche settimana, a seconda dell’età della persona. Meno di un caso su cento presenta sintomi più gravi come febbre alta, forte mal di testa, convulsioni, paralisi e coma. In un caso su mille circa, il virus può causare un’encefalite letale.
Non esiste una terapia specifica per la febbre West Nile e non c’è un vaccino contro l’infezione. Pertanto, è necessario adottare comportamenti preventivi. “Usate repellenti e indossate vestiti coprenti all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto”, consiglia Castelli. Inoltre, è consigliato l’utilizzo di zanzariere alle finestre, svuotare frequentemente i vasi di fiori o altri contenitori con acqua stagnante e cambiare spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali. Quando le piscine per bambini non vengono utilizzate, è consigliabile tenerle in posizione verticale.