Antonio Chiappani, ex procuratore di Bergamo, ha lasciato il suo lavoro dopo una lunga carriera e numerose indagini. Il suo ultimo giorno in Procura è stato il 11 settembre, una data storica che ricorda il golpe in Cile e l’attacco alle Torri Gemelle. Chiappani compie anche 70 anni proprio in questa giornata e si prepara ad andare in pensione. Durante la cerimonia di addio al lavoro, si può leggere l’emozione sul suo volto. Quando gli viene chiesto cosa gli mancherà di più, risponde che sicuramente sarà l’adrenalina che provava in aula durante i processi.

La moglie di Chiappani, Ermanna, è presente alla cerimonia e cerca di smorzare l’atmosfera emotiva. Il procuratore, originario di Orzinuovi in provincia di Brescia, è subentrato a Walter Mapelli il 10 settembre 2020. Durante il suo discorso di insediamento, Chiappani ha dichiarato che per lui era un onore e un onere assumere quell’incarico, soprattutto perché Bergamo era una città martoriata dalla pandemia e un centro fondamentale della Lombardia.

Durante la sua carriera, Chiappani ha svolto numerose indagini, ma una cosa che gli rimane da fare è la Commissione tributaria. Dopo essere stato nominato magistrato, è stato sostituto procuratore a Brescia e poi a Lecco. Durante la cerimonia di insediamento, Chiappani ha affermato che il suo compito come procuratore della Repubblica era dare una risposta alla cittadinanza e ai morti, ricostruendo la reazione delle autorità sanitarie durante la prima ondata della pandemia.

Nonostante sia stato contestato per questa inchiesta, Chiappani afferma che è dovere del procuratore verificare se ci sono state anomalie o omissioni legate alla diffusione dell’epidemia. Se, come affermato dal Tribunale dei ministri, non ci sono reati configurabili, Chiappani accetta questa decisione. Tuttavia, ritiene che certe scelte possano essere valutate da altre autorità, come quelle politiche. In ogni caso, ritiene che sia giusto che la gente di Bergamo sappia la verità.

Oggi è un nuovo giorno per Chiappani, che si prepara a voltare pagina. L’unica cosa che rimane immutata è la sveglia alle 6 del mattino, un rituale che ha accompagnato il procuratore per molti anni.

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